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SELF(ISH) Living, Publishing, Dying - Duaro As Az -

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“Viviamo come in un enorme fast food in cui vengono disdegnate le arti dei cibi preparati attraverso la maturazione lenta dei gusti e dei sapori, la combinazione degli ingredienti che hanno bisogno di tempo per armonizzarsi progressivamente. I nostri libri hanno una speranza di vita irrisoria, in quanto la loro carta acidificata si degrada rapidamente e la loro copertina, incollata per ridurre i costi, non permette, senza rilegatura, una qualsiasi sopravvivenza. I nostri orologi digitali sembrano voler sfuggire ad una qualsiasi durata: negli orologi tradizionali, infatti il movimento delle lancette iscriveva nel quadrante il tempo trascorso e quello che doveva venire. I nostri lavori, infine, sono caratterizzati da contratti a breve termine o ad interim. Sembra che cerchiamo disperatamente di eludere la realtà del tempo, di un tempo percepito come una maturazione, come compimento e come divenire. Viviamo nell’impero del nano secondo, nella celebrazione dell’istante, nello stordimento dei videoclips, nell’ideologia dell’urgenza frenetica, nel cambiamento per il cambiamento. Proprio sotto la pressione della non-durata, con la valorizzazione presenteista dell’immediato, la relazione fondante
tra presente, passato e futuro si degrada, si decompone. Il passato e il futuro diventano ambedue muti per il fatto che essi non comunicano più attraverso il presente.”

J.Chesneaux, Habiter le temps, Bayard, Parigi, 1996

Duaro As Az è uno scrittore, saggista, Ghostwriter, ed Editor, pubblica sotto questo pseudonimo prevalentemente studi critici e saggi di ricerca, in Italia e all’Estero, di Filosofia, Sociologia della Comunicazione, Fenomenologia della Percezione del Reale e Antropologia. Pubblicando sotto pseudonimo lancia una sfida ad un Sistema Editoriale corrotto dalla distorta percezione della Fama a discapito dei contenuti delle Opere dell’Uomo, vero valore del Mondo.

“Più Contenuti, meno Autori, di ciò necessita il nostro Contemporaneo.”

Come egli stesso afferma, lo pseudonimo utilizzato è solo uno scherzo riconducibile ad un Nickname che lo stesso Autore impiega come nome dei suoi Account video ludici.

Questo Saggio in forma di manoscritto ci arrivò in un primo momento in Redazione, sotto forma anonima, senza Sinossi o una benchè minima idea sulla sua provenienza e sulla sua destinazione. Fatto sta che ci prendemmo in carico almeno di leggerlo, e ad oggi, dopo la sua effettiva pubblicazione, possiamo affermare, e non perchè sia fondamentalmente uno dei nostri libri di punta, che si tratta di uno scritto in grado, nel senso stretto del termine, di cambiare il mondo. Molti potrebbero storcere il naso in merito e non gliene darei torto, almeno finchè non lo si legge, penso poi che torto e ragione potrebbero anche andare a farsi benedire.

Self(ish) è un’invettiva critica e uno studio filosofico-antropologico, attraverso la Psicanalisi e la Sociologia della Comunicazione sul concetto di Identità che ormai nel contemporaneo pare essere svanito.

Inoltre una delle scelte per cui abbiamo avuto molto a cuore, in qualità di Editori, il pubblicare quest’opera, è nello specifico uno dei capitoli del libro, che si sofferma su di un’analisi critica e identitaria dell’Editoria contemporanea e del concetto di Self-Publishing (o come il nostro Autore preferisce definire Selfish Publishing).

Questo libro ha sostanzialmente due chiavi di lettura che corrisponderanno nei lettori a due interpretazioni differenti, come egli stesso afferma. Può far riflettere, può far cambiare molte cose in questo mondo presentificato e de-realizzato, potrebbe spronare la nascita di una nuova critica e di nuove coscienze all’interno di un mondo che ormai sta perdendo tutto ciò che di più Reale abbia a discapito di verità fittizie e virtuali, oppure suscitare rabbia e odio, come sempre As Az dice: “Suscitare una stupida e divertente rabbia in tutti quei finti intellettualoidi che dall’alto di un piedistallo osservano il mondo in cui professano il Bene ma operano il Male, citando Mefistofele nel Faust.”

Uno scritto potente che consigliamo vivamente a tutte quelle persone che al di là del semplice ciarlare sui social, ha realmente a cuore il destino di un Mondo in declino.

“Oggi per cultura e istruzione avremmo maggiore bisogno di educazione etica e morale. Un’educazione sociale e psicologica. Una sensibilizzazione al valore della vita al fine di non sprecarla vivendo una non-vita governata da trafficanti di informazioni parziali. Perchè è proprio con questa parzialità che ci distingue per cultura che siam finiti nel vivere una vita parziale.
E come è ben risaputo, e la Storia ce lo insegna e tramanda, il folle progetto dell’Uomo sta nel far diventare normalità ciò che è abitudinarietà, e vivendo una vita parziale, che non riconosciamo come tale, abbiamo reso parziali, incomplete, e volgarmente imperfette (ancor più in basso dell’imperfezione umana che è un’ovvietà poiché l’uomo non può e non deve essere perfetto), tutte le nuove scoperte e invenzioni, o semplici evoluzioni. Creiamo, inventiamo, scopriamo, ci evolviamo in maniera parziale, costruendo il tutto su un forte e radicato (e assurdo) pensiero di presunta imparzialità. E allora forse vorrei sapere quando la vita è diventata una radice acerba che al solo pensare di poter dare frutti si accontenta di produrre foglie.”

-Tratto da Self(ish) Living, Publishing, Dying, pag. 13-14-